Notturno

Sotto luce,
parole galleggiano tra ombre notturne velate da sguardi d’indifferenza;
silenzi perduti,
da mille sospiri,
spingono vinti un dormiente sonno racchiuso in lividi cieli a riposo;
gocce di pioggia
deboli scorrono tra le braccia dei miei pensieri,
intrecciando l’attesa,
che respira già lenta e brucia i frammenti di un tempo ormai fermo.

È notte,
gli occhi si perdono nel vago ondeggiare del vento,
evanescente torpore che splendido increspa il molle respiro dell’aria;
luci solitarie si aggirando tra le facce di chi instancabile veglia;
sorrisi e parole riecheggiano nel pallido invecchiare di un mondo
che brilla della sua dorata apparenza.

Emozioni stracciate,
trascinate in sordina nei ritagli di un’indecisa coscienza,
macchinalmente rivivono in un’inverosimile ebbrezza;
porta chiusa,
disordinata sequenza di un lungo fluire di voci,
ordinario impoverirsi della ragione che debole si priva del suo fatuo potere.

Quale timore?
Dolcissima e lenta
paura di leggersi dentro
scivola sui sentieri di una mente in disfatta.

Immaginario percorso,
incessante ruotare del tempo,
precipita dentro sguardi distanti;
brividi e forme dimenticate si aggirano nell’attesa di un vago presente;
momenti distrattamente si sgretolano lasciando un vago alone senza ricordo
e sogno, meraviglioso e irreale,
si accende dentro di me.

Prezioso,
quasi intoccabile,
riposa nel fondo di ogni parola lasciata,
come per caso,
a raccontare una storia non sua;
sconosciuto e appassionato inabbissarsi dell’anima,
consapevole vittima del suo dolce incantesimo.

Emozioni nascoste,
debole ansia allacciata a volontà inerti,
sottile languore che dondola tra le carezze di un’altra illusione.

Come parlare,
esprimere un così frammentario universo negato,
immaginato e distrutto negli angoli di un solo intelletto;
respingere il lusinghevole richiamo della sua voce?

Dove
la ragione bruscamente sorprende il desiderio a rincorrere impressioni lasciate,
emozioni vissute in un immaginario domani,
unica e inarrivabile essenza protetta dal più arduo di ogni pensiero,
incanto di occhi che non sanno sottrarvisi?

Confuso tormento
che logora eppure riaccende la sua voluttuosa ricerca,
luminoso pulviscolo che scende dai lembi di un cielo annoiato.

Poi ascoltare,
scovare nel nulla un messaggio diverso,
melodie che brucino l’indecente precipitare del tempo,
muro di ore gettate nell’inconfessabile labirinto dell’animo.
Quale delizioso progetto che libero vince le sue visionarie battaglie!

La luce riappare,
la terra risucchia le sue impalpabili ombre,
la mente abbandona il breve bacio del sonno.

Nessuna parola.
Il sogno svanisce e ritorna l’attesa.

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